Sono ormai molti mesi che vi mostriamo uno sport amatoriale affaticato, alle prese con problemi etici e normativi di grande rilevanza, nelle mani di soggetti troppo spesso NON all’altezza del fenomeno di massa né tantomeno degli interrogativi che i runners onesti pongono a gran voce.
Lo sport è di tutti, pertanto DEVE essere sano e pulito. E, possibilmente, scevro da retorica (ma questa è un’altra faccenda).
Assistiamo invece ad una selezione al contrario.
La deregulation, le maglie troppo larghe del sistema, consentono e incentivano l’ingresso nell’ambiente di figure opache, a volte oscure, dalle reti di contatti troppe volte imbarazzanti.
Basti pensare alle ASD che teoricamente dovrebbero essere senza fini di lucro, mentre troppo spesso divengono macchine per fare soldi, o per pulirli, o entrambe le cose, al riparo dai controlli ordinari.
Questa de-professionalizzazione deve finire!
O è un regno dei cieli o non è nulla.
Qualunque sportivo merita più di questo.
Di questa valanga di improvvisati, di belle fighere esibite come al mercato delle vacche, arronzoni, ammanigliati, dai titoli arraffazzonati per quanto esibiti, e spesso servi del Demonio, spacciatori di Doping e di morte.
Ci troverete sempre qui, a darvi pane e sale.
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